Domenica 20 febbraio Livorno ebraica: visita al Cimitero monumentale di Viale Ippolito Nievo obbligatoria la prenotazione al 3208887044 il green pass e la mascherina. Il costo è di euro 10,00 a persona.
Questo Cimitero è frutto dell’ampliamento della città lorenese e la conseguente apertura di tre cimiteri a poca distanza l’uno dall’altro: quello degli Inglesi in Via Pera, quello Olandese alemanno in Via Mastacchi e quello Greco ortodosso, con una piccola necropoli russa al suo interno, dove riposano il gran ciambellano dello zar, Il poeta e compositore Karsakov.
In ordine cronologico è il terzo cimitero ebraico presente a Livorno, è stato inaugurato nel 1840 ed è stato attivo fino al 1900. Ci offre una rappresentazione grafica di quella che era la comunità ebraica livornese ottocentesca: laica, colta, ispirata dagli ideali di libertà e universalismo, pochi simboli religiosi, solo le mani che benedicono presenti sulle tombe dei Cohen, e qualche stella di David; molti simboli legati al neoclassicismo, all’archeologia. Molte sepolture a forma di obelisco, di sarcofago, di colonna, decorate con clessidre alate, capsule dell’oppio, falene notturne, dardi ovuli, foglie di acanto, non mancano simboli massonici o legati all’attività lavorativa del defunto, come gli strumenti dell’attività mineraria dei Modigliani o il malto del produttore di birra.
Qui si intrecciano storie familiari di mercanti, spedizionieri, studiosi, rabbini, musicisti, che hanno reso Livorno un punto di riferimento nel Mediterraneo e in Europa. Qui riposano ben 27 rabbini tra i quali, Jeuda Coriat, Elia Benamozegh, Israel Costa, Baruch Piperno, Samuel Eschenazy, Mosè Coen; personalità livornesi come il musicista Michele Bolaffi, l’editore Salomone Belforte, gran parte della famiglia di Amedeo Modigliani.
Il cimitero, che era stato abbandonato per anni ,grazie ad un importante lavoro di restauro promosso dalla comunità ebraica di Livorno, con il sostegno della fondazione Livorno, è tornato fruibile in tutta la sua bellezza, dallo splendido cancello in ferro battuto, con le due porte laterali, che rimanda al motivo della serliana, ai vialetti di nuovo percorribili e ordinati.